Il Ramadan è il famoso digiuno islamico che rappresenta il quarto dei cinque pilastri di questa religione. Il mese del Ramadan è, in realtà, anche un momento di festa e di unione per i musulmani che spesso si incontrano per mangiare insieme dopo il tramonto.
Scopriamo di più su questo precetto, sulle regole da rispettare e sulle eventuali eccezioni.
Perché si fa il Ramadan
Il Ramadan celebra la prima rivelazione del Corano a Maometto. Si crede, infatti, che le scritture siano state rivelate a Maometto durante il mese definito “il migliore tempo di tutti”. Esattamente una delle cinque notti dispari degli ultimi dieci giorni del Ramadan.
La celebrazione del digiuno fu resa obbligatoria nel secondo anno dopo la migrazione dei musulmani da La Mecca a Medina.
Come abbiamo già scritto, il Ramadan è un precetto religioso (Farḍ) per i musulmani adulti ed è considerata una regola a cui attenersi per essere un buon fedele.
Tuttavia, il Ramadan prevede alcune eccezioni. Non osservano il digiuno:
- anziani;
- donne in gravidanza o in allattamento;
- diabetici o malati terminali;
- le donne durante le mestruazioni.
Al termine del Ramadan si celebra la cosiddetta “festa dell’interruzione del digiuno” o “festa piccola”. L’evento dà inizio al mese di Shawwal, una delle festività più importanti del calendario islamico.
Ramadan le origini
Fu Maometto ad istituire il digiuno come pratica religiosa. Scopo dell’astensione era quello di ricordare tutte le persone povere costrette a digiunare, ecco perché ai fedeli vengono richieste opere di carità.
La tradizione sostiene, inoltre, che in questo periodo le porte del paradiso (Jannah) siano aperte mentre restano chiuse quelle dell’inferno (Jahannum), di tutto questo è necessario essere grati ad Allah.
Il Ramadan, tuttavia, deriverebbe dalla disciplina quaresimale delle Chiese Sirianiche, particolarmente rigida, e si ispirerebbe alle tradizioni siriaco-cristiane.
Il digiuno nel mondo islamico è comunemente sentito come metodo per apprendere l’autodisciplina, la pazienza e l’amore per Dio ma anche per sentirsi membri di una grande comunità religiosa.
Quando si celebra il Ramadan
A differenza di altre celebrazioni religiose, l’inizio del Ramadan non è fisso né è possibile stabilire un mese esatto sul calendario.
Per scoprire quando si festeggia il Ramadan, dobbiamo sapere che cade nel nono mese dell’anno in base all’osservazione della luna crescente. Il calendario islamico è, infatti, di tipo lunare, ed è composto da 354 o 355 giorni, per cui il nono mese cambia ogni anno.
Il periodo sacro dura 29 o 30 giorni ed inizia con l’Hilal, o novilunio. Il primo atto delle celebrazioni del Ramadan è la preghiera del mattino prima dell’alba cui segue la colazione e la recita del Corano.
“Laylat al-Qadr” è la notte del destino e rappresenta la notte più sacra. Essa cade nel giorno dispari dell’ultima decade del Ramadan e, secondo la mitologia, in quella notte l’Arcangelo Gabriele apparve a Maometto per rivelargli il Corano. In questa occasione i musulmani recitano il Corano con veglie notturne e suppliche chiedendo a Dio il perdono dei peccati.
Infine, uno degli atti più importanti della giornata finale del digiuno è la Zakat: l’obbligo di elemosina per i più bisognosi. Si tratta di un gesto di purificazione ed è uno dei cinque pilastri del Corano.
Ramadan regole
Le regole del Ramadan prevedono il digiuno totale, non si consumano bevande né cibo durante tutto il giorno, ovvero dall’alba al tramonto. Non solo, andranno evitate anche le attività sessuali e i peccati di parola come l’insulto, la bugia o la bestemmia. Il fedele è chiamato, inoltre, a non compiere azioni violente, ad eccezione della legittima difesa, e a non fumare.
I pasti che si compiono durante il Ramadan hanno luogo prima dell’alba e dopo il tramonto e si chiamano, rispettivamente, suḥūr e ifṭār. Prima del pasto serale, un dattero o un bicchiere di acqua interrompono il digiuno.
Tra le regole del Ramadan c’è anche la recita delle consuete 5 preghiere giornaliere ma anche la lettura del Corano e la preghiera notturna, il Taraweeh. Quest’ultima viene fatta in Moschea.
Se una delle regole del Ramadan non viene rispettata inconsapevolmente, si ha l’obbligo di espiare la colpa con atti di carità verso i bisognosi. Un’altra soluzione può essere quella di continuare l’astinenza sessuale per altri 60 giorni.
Ramadan tradizioni e differenze
L’Islam è praticato da oltre 1,9 miliardi di persone in tutto il mondo e sono ben 46 le nazioni a maggioranza musulmana. Di conseguenza, il Ramadan assume delle peculiarità nelle diverse nazioni in cui viene praticato. Alcune differenze sono nei pasti che vengono consumati dopo il tramonto: nei Paesi africani come Tunisia, Algeria e Marocco viene preparato il couscous con agnello e uvetta. In paesi asiatici, come la Siria e la Giordania, si mangiano, invece, i “katai”, tipici dolci locali realizzati con cocco, nocciole e zucchero.
Nei Paesi del Maghreb, inoltre, è abitudine bere durante il Ramadan il succo alla liquirizia, un toccasana per la pressione che aiuta a superare meglio il digiuno.
Quello che accomuna tutte le nazioni è il momento di condivisione e di unione serale. Durante il Ramadan è usanza invitare vicini e amici a condividere l’ifṭār e a recitare il Tarawih. La famiglia, i conoscenti, gli abitanti di un quartiere si riuniscono, anche all’aperto, in un momento di forte intensità religiosa ma anche di grande convivialità.