Valorizzare l’identità di impresa come datore di lavoro privilegiato, questo è lo scopo dell’employer branding. Migliorare la reputazione aziendale sul piano della capacità di accaparrarsi le risorse più talentuose è un aspetto che agevola anche il rapporto con clienti e fornitori.
Alla base di questo processo c’è l’identità aziendale, intesa come insieme di valori e caratteristiche che la rendano appetibile sul mercato del lavoro.
In questo articolo parleremo di identità ed employer branding per capire quanto questo aspetto sia importante dal punto di vista della competitività e del successo di un’impresa.
Identità aziendale cos’è
Si definisce identità aziendale l’essenza che l’azienda vuole comunicare di sé verso l’esterno e che si rispecchia in quella che viene definita “corporate identity”. Parliamo dei colori, del logo, del packaging ma anche di tutta una serie di aspetti intangibili come:
- Mission
- Vision
- Tone of voice
La mission è il fine ultimo dell’impresa: il motivo per cui è stata costituita e l’aspetto che la differenzia dalla concorrenza. Essa rappresenta la guida per ogni decisione strategica ed ha una connotazione operativa: stabilisce chiaramente chi si è, a chi ci si rivolge, cosa si fa nell’azienda e perché lo si fa.
Per questo, la mission aziendale deve essere condivisa con ogni membro dell’organizzazione che dovrà allineare i propri obiettivi a quelli aziendali.
La vision è l’insieme dei valori che rendono riconoscibile e memorabile un brand. È qualcosa che va al di là della mission e ha a che vedere con il mondo possibile della marca. La vision rivela il ruolo che l’impresa ha nella società: in che modo può cambiarla e che scenari futuri vuole realizzare.
Infine, il tone of voice rappresenta letteralmente il tono di voce con il quale l’azienda si rivolge a clienti e stakholders. Scegliere il tipo di linguaggio da adottare, tecnico, scherzoso, formale o informale, è determinante per veicolare correttamente la propria vision e la propria mission.
Elementi tangibili e intangibili della marca devono, quindi, essere coerenti tra loro per dare vita a quella che è l’identità aziendale. Si tratta di un aspetto fondamentale per determinare il posizionamento dell’impresa e per orientare ogni decisione di marketing.
L’employer branding e l’identità aziendale differenze
L’employer branding è una azione di branding non orientata verso l’esterno, potremmo dire, ma verso l’interno ovvero verso i dipendenti. Una prima definizione è attribuibile all’imprenditore Richard Branson: “Non vengono prima i clienti. Sono i dipendenti che vengono prima. Se ti prendi cura dei dipendenti, loro si prenderanno cura dei clienti”.
In altre parole, questo ulteriore aspetto identitario ha lo scopo di mantenere coerente e salda l’immagine aziendale per trasmettere il proprio valore ai propri collaboratori. L’employer branding è altresì un ottimo strumento di marketing per proporre l’azienda a chi cerca un impiego.
La reputazione aziendale andrà perciò curata in ogni aspetto, dai social media alla comunicazione on line, con particolare attenzione alle recensioni e all’opinione dei collaboratori.
Sono i dipendenti, infatti, i principali divulgatori dell’employer branding, a differenza della identità aziendale che è stabilità “dall’alto”, anche se condivisa.
Perché fare employer branding
L’employer branding è importante per vari aspetti che impattano direttamente sui profitti dell’organizzazione. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato che se fatto bene può produrre una riduzione fino al 43% dei costi di assunzione. Non solo, ben il 75% dei candidati si basa proprio sull’employer branding prima di candidarsi ad una posizione aperta. L’opinione dei dipendenti diventa, quindi, determinante per accaparrarsi i talenti migliori, poiché è la visione dall’interno che viene considerata più attendibile.
Ma qual è l’impatto diretto di un ottimo employer branding sui profitti aziendali? Certamente la soddisfazione del collaboratore. Dipendenti motivati e soddisfatti rendono meglio e possono aumentare i profitti fino al 200%.
Perché fare employer branding quindi? Ecco i motivi:
- è parte delle attività di marketing e di branding,
- è decisivo nel recruiting,
- promuove l’immagine dell’impresa come luogo di lavoro ideale,
- aumenta l’appeal aziendale verso candidati e stakeholders in genere.
Come fare employer branding
Una volta capito cos’è e perché fare employer branding, resta da capire come implementare una strategia dedicata. Per farlo si deve prima di tutto partire da un’attenta analisi aziendale: l’errore più comune che si può fare è quello di non studiare il pubblico di riferimento. Partendo dalla propria mission e dalla propria vision, bisognerà identificare le esigenze occupazionali della tua azienda. A questo punto si dovrà individuare a quale tipo di talenti rivolgersi per arrivare ai propri obiettivi.
Oltre alla fase di analisi, va ben definita anche la propria EVP ovvero l’Employee Value Proposition: la proposta di valore d’impiego dell’azienda. Si tratta di tutti i benefit che l’organizzazione può offrire ai suoi dipendenti e a quelli potenziali. Una volta individuata una proposta di valore aziendale credibile ed efficace è necessario concentrarsi sui propri collaboratori.
Attività di formazione, di team building e altre occasioni di crescita e di coesione aziendale, permettono di intraprendere un percorso di miglioramento condiviso. I collaboratori si sentiranno sempre più centrali nella definizione della cultura aziendale.
Piattaforme e strumenti di supporto all’employer branding
Per supportare la tua strategia di employer branding dovrai utilizzare con sapienza piattaforme di recruiting come Indeed o LinkedIn. Questi importanti strumenti di HR permettono di pubblicizzare gli annunci di lavoro della tua azienda e raggiungere i candidati in cerca di occupazione. Non solo, offrono l’imperdibile opportunità di raccontare la tua identità aziendale, anche attraverso le recensioni dei collaboratori o ex dipendenti.
LinkedIn è oggi la piattaforma di recruiting più importante su cui tutte le aziende devono essere presenti con un proprio profilo. Si tratta di una importante vetrina in cui promuovere l’impresa e sviluppare strategie di social listening, supportando l’employer branding.
L’accesso a questi strumenti di recruiting digitali consente alle aziende di essere più attente ai cambiamenti del mondo del lavoro. Si acquisirà così un atteggiamento più proattivo rispetto alle sfide del futuro e si avrà più chiara l’idea del tipo di collaboratori da reclutare.
Attività che potenziano l’employer branding
I corsi di formazione sono tra le attività migliori da poter scegliere per potenziare il proprio employer branding. I dipendenti apprezzano particolarmente la possibilità di crescere internamente, in special modo se i corsi sono destinati all’apprendimento delle lingue. Le neuroscienze hanno, infatti, dimostrato che imparare una nuova lingua comporta maggiore proattività, creatività, concentrazione e adattabilità. Tutte soft skills da poter sfruttare a lavoro e non solo!
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